giovedì 11 luglio 2013

Fotovoltaico, impennata della domanda

fotovoltaico domesticoNPD Solarbuzz stima che il fotovoltaico, fonte oramai insostituibile per la produzione e l’approvvigionamento di energia elettrica, potrebbe crescere ulteriormente nell’arco dell’anno. Una questione di domanda, in realtà, su scala globale.
Si potrebbe toccare un picco che porterebbe a un’esigenza di 20 gigawatt, il che condurrebbe facilmente a un bilancio di potenza di fine 2013 di ben 35,1 gigawatt.
Stiamo parlando di un grosso incremento rispetto all’anno scorso, stimabile in un’impennata del 22%. Il merito (relativo, perché il dato è così abbastanza sbilanciato) di tale risultato è da attribuire alla “ferocia” economica di nazioni come Giappone e Cina, i quali, insieme, fino ad appena un triennio fa non occupavano che il 10% di questa fetta di mercato. Segno tangibile e inequivocabile di un forte interesse verso i pannelli solari, sia come soluzione a vari problemi, sia come buon affare.
Il fatto è che finora il dominio nel settore è appartenuto all’area europea. Attualmente è in corso una fase di passaggio abbastanza complicata; finché essa non sarà terminata, la supremazia sarà appannaggio dei Paesi orientali.
La prima parte dell’anno in corso ha segnato una domanda si 15 gigawatt, comunque in netto miglioramento (il 9%) rispetto al medesimo periodo del 2012. Oltre alle nazioni asiatiche di cui sopra, la “torta” se la sono spartita anche Germania e Stati Uniti. La tipologia di impianti risulta così suddivisa: il 45% delle installazioni utili di pannelli solari si trova a terra, mentre il 20% sta su tetti residenziali. Resta un 35% da suddividere tra tetti non residenziali e impianti off-grid.
La prospettiva da qui alla fine dell’anno, considerata l’espansione in atto, attribuisce invece un 45% spartito unicamente tra Cina e Giappone, mentre all’Europa resterebbe appena il 30%.

FONTE

lunedì 8 luglio 2013

Produzione elettrica, anche a giugno oltre il 50% è da rinnovabili

Ancora in calo i consumi elettrici e in caduta libera il termoelettrico. Le rinnovabili sono il 50,2% della produzione totale e coprono il 44,3% della domanda del mese. Il fotovoltaico produce l’11,9% del totale e copre il 10,5% della domanda elettrica. Primo semestre: le rinnovabili sono al 41% della produzione e al 35,7% sulla domanda di elettricità.
Queste, sulla produzione netta, sono risultate il 50,2% del totale (considerando che nella componente termoelettrico, almeno un terawattora è da biomasse): su una produzione di 22,7 TWh, circa 11,4 sono da fonti energetiche rinnovabili. Il superamento di oltre la metà della produzione da rinnovabili si era registrato anche a maggio 2013; per la precisione questa percentuale era stata quasi pari al 53% (11,9 su 22,5 TWh totali).
A giugno le rinnovabili nazionali hanno coperto il 44,3% della domanda del mese. Da rilevare che la produzione da solare fotovoltaico a giugno, con 2,7 TWh è risultatal’11,9% di quella totale e ha permesso di soddisfare il 10,5% della domanda elettrica mensile.
Un confronto con un anno fa è utile. Il continuo calo della domanda e del termoelettrico, congiuntamente all’aumento della produzione delle rinnovabili portano ad evidenziare che a giugno 2012 (tra parentesi la quota di giugno 2013):
  • la quota di rinnovabili sulla produzione netta è del 38,2% (50,2%)
  • la quota di rinnovabili sui consumi totali è del 33,9% (44,3%)
Anche la tabella di Terna ci aiuta in questo confronto. Come si può notare, iltermoelettrico ha avuto un crollo nella produzione (-22,8%) rispetto al giugno 2012, mentre sostanziosa è la crescita di tutte le fonti rinnovabili, ad esclusione del geotermolettrico che è pressoché stabile.
Lo scorso mese la domanda di energia elettrica in Italia (25,8 miliardi di kWh), come detto, è stata inferiore del 6,2% rispetto a quella registrata a giugno dello scorso anno; un valore che, se rettificato, diventa pari a 5,2% (il dato è depurato dagli effetti di calendario e di temperatura: quest’anno si è avuto un giorno lavorativo in meno e la temperatura media mensile è stata più bassa di circa mezzo grado). La potenza massima richiesta è stata registrata giovedì 20 giugno alle ore 12 ed è stata di 52.061 MW.
A metà anno è interessante fare anche qualche confronto con il primo semestre 2012. Innanzitutto vediamo le variazioni della produzione e della domanda. Nel primo semestre 2013 la produzione netta elettrica (135,7 TWh) cala del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2012 e la domanda di energia elettrica, con 155,7 TWh, si contrae del 3,9% rispetto al 2012 (162,1 TWh) (a parità di calendario il valore sarebbe di -3,3%).
Nei primi sei mesi il termoelettrico crolla del 16,3%. Da record è la crescita della produzione idroelettrica (+37,9%), buona quelle di eolico (31,4%) e comunque importante quella fotovoltaica (15,2%).
Nel complesso le energie rinnovabili elettriche (con quel TWh/mese da biomasse inglobato nel termoelettrico, che speriamo Terna fornirà presto come dato distinto) nel primo semestre hanno rappresentato il 41% della produzione elettrica nazionale e il 35,7% della domanda di elettricità.
Come era la situazione nel primo semestre 2012? (tra parentesi la quota di gennaio-giugno 2013)
  • Quota rinnovabili su produzione netta: 31,4% (41%)
  • Quota rinnovabili su consumi totali: 27,5% (35,7%)
Il fotovoltaico nel periodo gennaio-giugno 2013 ha soddisfatto il 6,85% della domanda elettrica (il 7,86% della produzione).
Infine, ad evidenziare la sofferenza del comparto delle grandi centrali elettriche alimentate a gas, colpito dal crollo della domanda elettrica imputabile alla crisi economica e dalla concorrenza delle fonti rinnovabili e anche delle centrali a carbone, ci sono i dati sui consumi di gas: in calo del 35,9% sul 2012 e del 40,1% sul 2011.
Se confrontiamo il consumo di gas per le centrali rispetto a 10 anni fa (giugno 2003), questo oggi è inferiore di oltre il 43%, nonostante i circa 20 GW di centrali a gas realizzati nell’ultimo decennio (dati Snam Rete Gas, elaborati Staffetta Quotidiana). E qui c’è tutta la disputa in atto nel mercato elettrico che ovviamente continueremo a seguire.