
Si potrebbe toccare un picco che porterebbe a un’esigenza di 20 gigawatt, il che condurrebbe facilmente a un bilancio di potenza di fine 2013 di ben 35,1 gigawatt.
Stiamo parlando di un grosso incremento rispetto all’anno scorso, stimabile in un’impennata del 22%. Il merito (relativo, perché il dato è così abbastanza sbilanciato) di tale risultato è da attribuire alla “ferocia” economica di nazioni come Giappone e Cina, i quali, insieme, fino ad appena un triennio fa non occupavano che il 10% di questa fetta di mercato. Segno tangibile e inequivocabile di un forte interesse verso i pannelli solari, sia come soluzione a vari problemi, sia come buon affare.
Il fatto è che finora il dominio nel settore è appartenuto all’area europea. Attualmente è in corso una fase di passaggio abbastanza complicata; finché essa non sarà terminata, la supremazia sarà appannaggio dei Paesi orientali.
La prima parte dell’anno in corso ha segnato una domanda si 15 gigawatt, comunque in netto miglioramento (il 9%) rispetto al medesimo periodo del 2012. Oltre alle nazioni asiatiche di cui sopra, la “torta” se la sono spartita anche Germania e Stati Uniti. La tipologia di impianti risulta così suddivisa: il 45% delle installazioni utili di pannelli solari si trova a terra, mentre il 20% sta su tetti residenziali. Resta un 35% da suddividere tra tetti non residenziali e impianti off-grid.
La prospettiva da qui alla fine dell’anno, considerata l’espansione in atto, attribuisce invece un 45% spartito unicamente tra Cina e Giappone, mentre all’Europa resterebbe appena il 30%.
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